cosa sognano le cuoche
Martedì, Settembre 29th, 2009Mentre in edicola, sul numero di ottobre del Gambero, c’è l’articolo “ufficiale” sulle Sorelle Simili, io penso ancora ad alcuni particolari indimenticabili di quell’incontro. E’ passata qualche settimana eppure non c’è giorno, da quando le conosco, che non abbia pensato per qualche minuto a loro. Intanto perché quotidianamente quando apro il frigo vedo un pezzo concreto delle simpatiche gemelle (il “bimbo” o lievito madre che mi hanno regalato) e cerco di tener fede alla promessa di curarlo e farlo prosperare. E poi perché sempre di più, e in maniera talvolta angosciante e direttamente proporzionale ai cosiddetti successi e conferme lavorative, mi chiedo che cavolo di cuoca alla fine voglio diventare, quale sarà la mia vera strada, come mi vedo fra, che dico venti o trent’anni, ma già l’anno prossimo o giù di lì. Non lo so in tutta sincerità, però credo che un po’ di risposta sia da ricercare nella serenità e quotidiana normalità che quelle due signore dai modi d’altri tempi ispirano. Insomma voglio diventare una sorella Simile anch’io, simile a loro intendo, gentile, quieta e sorridente, impastatrice entusiasta fino all’ultimo giorno della mia vita. Voglio cucinare per sempre e quando non cucino sognare di farlo, come un incubo ricorrente ma rassicurante. O magari continuare a fare per sempre lo stesso sogno che ho fatto la sera prima di andare dalle Simili. L’ho scritto anche nell’articolo che la notte prima avevo sognato di tirare la sfoglia delle tagliatelle. E che non è insolito per un cuoco sognare di cucinare, come pure di avere incubi per la non riuscita di un piatto. Sul tema dei sogni dei cuochi ci voglio ritornare presto e ho in mente pure un’idea folle in cantiere (tipo organizzare il primo festival del piatto sognato…). Il resto dell’articolo invece è la cronaca di quello che è successo quel pomeriggio di caldo torrido a Bologna. (more…)