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Archivio per Aprile, 2008


elogio della semplicità…

Sabato, Aprile 26th, 2008

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… e anche della bontà, della bravura, dell’essenzialità, della leggerezza, del buon gusto, della professionalità, dell’educazione, dell’intelligenza, della passione, della ricerca, della voglia di fare, di lavorare come si deve.

Ebbene sì, qualche tempo fa, dopo il pranzo di ieri, avrei scritto una delle mie schede/recensioni più entusiastiche ed appassionate in assoluto, quelle che inevitabilmente per numero esagerato di battute o eccesso di enfasi venivano poi (forse anche giustamente) “tagliate” o moderate.

Ma qua, adesso, posso essere enfatica quanto mi pare e sperticarmi spudoratamente in tutte le lodi che voglio per Andrea Borroni, lo chef giovane e bravissimo del Nuovo Macrì a Trecate.

Non smetterò mai di ringraziare chi me l’ha fatto conoscere (grazie Gorr) e spero di tornarci tutte le volte che sarà possibile. Il locale è rara oasi di piacevolezza, ben lontano da tutto ciò che è diventato insopportabile nella ristorazione contemporanea: l’ostentazione e i prezzi alti, l’approssimazione e la faciloneria, il pressappochismo o l’assurdo atteggiamento di voler stupire a tutti i costi. (more…)




Guida alla felicità minore

Domenica, Aprile 20th, 2008

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Alzarti di notte, perché ti punge il pensiero della cassata in frigorifero. E mangiarne una fetta così, sola, segretamente, in piedi, in camicia da notte.

Quel tempo morbido e fluttuante, tra lo svegliarsi e l’alzarsi e le mille cose pensate.

Togliere l’etichetta a un vestito appena comprato.

Quando dalla mia stanza, ancora dormendo, al di là della parete, udivo il tintinnio del cucchiaino d’argento nella tazza di caffè di mio padre.

Il salice piangente, con le chiome leggere che, mosse dal vento, spazzano il vialetto.

Un Veuve Cliquot ghiacciato in una coppa di sottile cristallo.

Un pasto caldo dopo un funerale.

Entrare in un grande orto, al tramonto, quando è stato da poco innaffiato.

Un margarita ben ghiacciato alle otto di sera.

Le gambe arcuate e l’andatura rapida e erotica di Luca Zingaretti.

Le piccole piramidi tronche di pasta, ripiene di ragù di carne: i timballetti.

Il vecchio Ninuzzo, storico meccanico palermitano, cencioso e regale, ti dice parlando delle abitudini della nuora di Bressanone: “Che vuole, signora, sempre selvaggi sono!”.




poteva essere e non è stato…

Martedì, Aprile 15th, 2008

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… potevamo svegliarci di buon umore

poteva essere una giornata diversa

potevamo uscire e trovarci in un mondo dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno

potevamo riscoprire la buona educazione e dimenticarci dell’arroganza

potevamo immaginarci un posto dove il cinema, i libri, la musica e anche le sane partite di basket valessero più dei soldi, dei suv, dei suoceri miliardari, delle veline e dei calciatori

potevamo sognare e invece ci siamo svegliati stamattina confusi e “sdillusi”.

Io mi sono alzata all’alba e ho impastato (a mano, come non faccio quasi mai) questo dolce. E’ una torta di pane, da un’autentica ricetta svizzera trovata (non per caso) in questi giorni. Una torta casalinga, onesta e concreta.

Ripartiamo da qui, da una cosa semplice , stiamo bassi. Buona giornata, anzi buongiorno.

Torta di pane svizzera

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500 g di pane raffermo

1/2 l di latte

300 g di zucchero

1 limone

2 cucchiai di pinoli o mandorle

2 cucchiai di uvetta

2 cucchiai di grappa

1/2 stecca di vaniglia

1 pizzico di sale

Far bollire il latte con la vaniglia e versarlo sul pane tagliato a pezzettini. Far riposare finché il pane sia ben morbido e abbia assorbito tutto il latte. Lavorare con una forchetta o passare al setaccio (io ci sono andata dentro con le mani sbriciolando il pane pezzettino per pezzettino, sentendo il teporino del latte e inalando il profumo dolce di vaniglia). Unire lo zucchero, il sale, la scorza grattugiata e il succo del limone, i pinoli, l’uvetta e la grappa. Mescolare ancora e versare in una teglia imburrata (col burro avanzato sulle mani ci si può fare un bel massaggino idratante a costo zero). Fiocchetti di burro e mandorle in superficie e forno a 160° C per tre quarti d’ora. Lasciar raffreddare la torta prima di sformarla.

E’ buonissima (e terapeutica).

 




in attesa dei risultati elettorali…

Lunedì, Aprile 14th, 2008

… forse ci sta un bel tuffo negli anni Venti in compagnia del mitico.rendercmsfieldjsp.jpg

Il film non è eccezionale ma le atmosfere sono incantevoli (la scena del ballo tra loro vale il biglietto). Che epoca deve essere stata, tra rossetti scarlatti, fiumi d’alcol priobito, locali fumosi e gli uomini che si scazzottavano di gusto ad ogni buona occasione. Per non parlare del modo di vestire, dell’eleganza, dello stile nel comportamento, anche di certe regole formali che sarebbe auspicabile rispolverare. Ancora una volta grazie George. 2endercmsfieldjsp.jpg




les gens sont formidables

Martedì, Aprile 8th, 2008

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devo preparare il catering per l’inaugurazione di un hammam, mi hanno chiesto un “buffet etnico, un po’ marocchino e un po’ turco, un po’ anche indiano e sostanzialmente vegetariano ma soprattutto scenografico”! Ammetto che non ne so molto di cucina etnica ma questa richiesta chiarisce molto bene l’approccio e il sentire comune di fronte al cosiddetto “altro da noi”. Così nel tentativo di allargare le mie misere vedute e chiarire le poche e confuse idee che avevo, ho chiamato la mia amica Amal, marocchina di Marrakesh, raffinata estetista di scuola francese nonché profonda conoscitrice delle tradizioni culinarie del suo paese. Ma il mondo è proprio strano e la gente è formidabile come ci insegna Truffaut. Mentre ieri sera, sulla base dei consigli di Amal, mi cimentavo impacciata con cuscus e zuppa di lenticchie rosse all’harissa, mi ha telefonato Jessica, (il mio prezioso aiuto nelle cene a casa 7) chiedendomi ragguagli su come fare il tiramisù per Antonio, suo figlio. Jessica è del Ghana, mentre Antonio, 10 anni, è nato a Como, parla con accento lombardo e non ne vuol sapere di cucina africana. I suoi piatti preferiti sono la pizza e le lasagne e il suo obiettivo è imporre a Jessica di imparare a cucinare italiano. Mi ha fatto sorridere questo intreccio di vite e di telefonate: una pugliese che tenta di cucinare marocchino per un catering destinato a comaschi mentre parla al telefono con una ghanese che sbatte il mascarpone per il tiramisù di suo figlio italiano. Le gens sont formidables.




sei ottavi

Lunedì, Aprile 7th, 2008

chi mi dirà buonanotte stanotte mio Dio
la notte le stelle la luna o forse io

 

 





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